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venerdì 1 ottobre 2010

Il Legislatore Greco è fashion responsabile, saggio per natura, poeta greco indipendente e vincitore di importanti battaglie. Certamente un personaggio che colpisce.


Giurista, legislatore e poeta, Solone che di cognome fa Solone, è parte vibrante della Loggia P1 (la stessa a cui appartiene anche Talete). Figlio di Essecestide di Salamina, fu il primo che introdusse ad Atene il riscatto dei corpi e dei possessi. Vi era infatti chi, a causa della crisi nera, impegnava il proprio corpo per ottenere un prestito e molti per estrema povertà divenivano schiavi. Solone, inoltre, adora la poesia, la legge e la moda, rigorosamente Made in Atene.

Zoom
Il fatto più importante della sua vita fu sicuramente la liberazione della sua Patria: Salamina era infatti contesa da Ateniesi e Megaresi. Un giorno, dicono, si finse pazzo e si precipitò in piazza, dove lesse la sua elegia, che faceva più o meno così: “Ateniesi!Andiamo a Salamina a combattere per l’isola del nostro desiderio!A rimuovere la dura vergogna!”.Testimoni affermano che Solone sia anche il responsabile materiale degli ultimi violenti scontri verificatisi ad Atene. Anche in questo caso, si dice, scatenati da una sua elegia infuocata.

La carriera
Dopo aver intrapreso in giovane età una carriera da commerciante capisce di non esser tagliato per quella professione, passando più tempo ad indagare sulla natura dei pomodori che a venderli. Decide allora di dedicarsi alla carriera di giurista. Si laurea in Giurisprudenza alla “Athen University” con una tesi sull’ingiustizia di essere teti¹. Laureatosi inizia a promulgare le prime leggi, contenute in un libro da lui scritto che si intitola per l’appunto: “Le mie prime leggi”.

Le leggi
Solone scrisse le sue leggi su enormi tavole giranti su un perno, affinchè tutti le potessero sfogliare comodamente. Tra di esse ve ne si possono trovare di bellissime, come ad esempio: “Chi non mantiene i genitori sia privato dei diritti politici” (Solone però era orfano, la legge era quindi chiaramente rivolta ai suoi figli), “Chiunque lo voglia chiami in giudizio l’uomo ozioso perché renda conto della sua vita”, “Non prelevare ciò che non depositasti, altrimenti sia pena la morte” (i bancomat erano infatti dotati di congegni a molla pronti a decapitare i trasgressori), “Il magistrato che fosse colto in stato di ubriachezza fosse punito con la morte.”

In privato
Solone era parente di Pisistrato, che in seguito sarebbe diventato tiranno di Atene. A Solone questa storia non andò giù (alcuni dicono perchè rifiutava la tirannide, altri perchè il tiranno voleva farlo lui) e per ripicca decise di autoesiliarsi. Navigò quindi verso l’Egitto e Cipro, giunse poi in Cicilia e qui vi fondò una città che dal suo nome chiamò Soli (che era poi il diminutivo con il quale erano soliti chiamarlo i suoi amici). A Soli vi pose ad abitare alcuni ateniesi che col tempo imbarbarirono la loro voce e furono detti solecizzanti, ovvero simpatizzanti del Soli.
Pisitarto a lui esule inviò un giorno questa mail: “Ciao Soli, non capisco perché tu te la sia presa tanto, non sono l’unico tra i greci ad aver instaurato la tirannide né instaurandola ho agito contro il diritto. Il mio regime è superiore al democratico, ritorna dunque in Patria e riponi fiducia in me, nulla d’ingrato soffrirà Soli da Pisi (diminutivo di Pisistrato)! Se tu non disdegnerai la mia amicizia, avrai il primo posto tra i miei amici, perché nulla in te vedo di falso e di perfido. Se invece altrove che ad Atene vorrai stare, ciò sarà dovuto unicamente a te. Non si dica poi in giro che Pisistrato ti ha privato della tua Patria!Con affetto.”
Dopo averci pensato a lungo Solone rispose così alla mail di Pisistato: “Confido che nessun male patirò da te. Ché prima della tirannide ti fui amico ed ora non più nemico di quanti ateniesi odiano la tirannide. Ognuno creda come sa, se è meglio per loro esser dominati da un solo uomo o esser retti a governo democratico. Tuttavia io affermo che di tutti i tiranni tu sei il migliore!Non riesco a vedere la bellezza di un mio ritorno ad Atene, perché temo mi si possa rimproverare di aver prima disposto per gli ateniesi l’uguaglianza di diritti politici e d’esser poi tornato ad approvare il tuo regime e le tue opere.”

Ha detto
“La sazietà è generata dalla ricchezza, la violenza dalla sazietà”

Fine di Solone prima della Resurrezione ad opera di C.K
Solone morì a Cipro ad 80 anni, raccomandando ai suoi di riportare le ossa a Salamina e, dopo averle incenerite, di disseminarle per il territorio dell’isola.

Critiche
A Solone sono state rivolte anche aspre critiche dal mondo della cultura per una sua disposizione che prevedeva la proibizione delle rappresentazioni delle tragedie, ritenendo inutili le menzogne dei poeti. Il Ministro Bondi tuttavia ha commentato: “Ha fatto bene.” 


Not
teti: teti (dal greco θῆτες) costituivano, ad Atene, la quarta ed ultima classe (comprensiva di chi aveva reddito inferiore ai 200 medimni o 200 metrete o nullatenenti) del sistema censitario tradizionalmente attribuito a Solone

mercoledì 22 settembre 2010

Anche i filosofi piangono

I filosofi sono pure sempre degli esseri umani e come tali non esenti dal commettere castronerie. Si narra infatti, che un giorno Talete di Mileto, tratto di casa da una vecchia per contemplare gli astri, cadde in un fosso, e la vecchia ai suoi gemiti disse: "Tu, o Talete, non sai vedere le cose che ti sono tra i piedi e credi di poter conoscere le cose celesti?" Talete si mise a piangere dalla vergogna ed uscì dal pozzo solo quando fu certo che non ci fossero persone nei paraggi.

martedì 21 settembre 2010

Intervista a Talete di Mileto

Le posizioni di Talete sono nette ed innovative, è difficile dire quanto esse siano state correttamente recepite dai suoi epigoni, soprattutto alla luce del fatto che tuttora non si sa se egli abbia mia lasciato degli scritti. La "astrologia nautica" che gli è stata attribuita, ad esempio, si dice sia stata scritta da Foco di Samo. Lo scopo principale di quest'intervista è proprio quello di far un po' meglio chiarezza sul pensiero del filosofo greco. 

C.K: Signor Talete, per lei cos'è Dio?
T: E' l'essere più antico, ciò che non ha principio né fine.

C:K: Qual'è la cosa più bella?
T: L'universo, che è opera di Dio.

C:K: La cosa più forte?
T: La necessità, che domina su tutto.

C:K: Che cosa è difficile?
T: Conoscere se stessi.

C:K: Qual'è la cosa più dolce?
T: Ottenere quel che si desidera.

C:K: La cosa più strana che ha visto?
T: Un tiranno vecchio.

C:K: In Italia?
T: No, in Grecia perché?

C.K: No, nulla. Andiamo avanti.
Qual'è secondo lei il modo migliore di sopportare disgrazia?
T: Vedendo i nemici nel peggio.

C.K: In quale modo si può vivere una vita ottima e giustissima?
T: Non facendo quel che ad altri rimproveriamo.

C:K: E chi è davvero felice?
T: Chi è sano di corpo, ricco di risorse spirituali e ben educato di natura.

C.K :Signor Talete, per che cosa ritiene di dover esser grato alla sorte?
T: Per esser nato uomo e non bestia, per esser nato uomo e non donna, greco e non barbaro.

C:K: Che cos'è la morte?
T: La morte è come la vita, in nulla vi differisce.
C:K: E allora perché lei non muore?
T: Perché non vi è differenza.


COCKY KNOWLEDGE PRESENTA: TALETE DI MILETO









Talete di MiIleto in Armani








Talete nasce a Mileto, nel 640/624 a.C. Figlio di stirpe illustre, il filosofo trascorre un'infanzia serena. Formatosi presso i sacerdoti egizi, i quali gli impartirono innumerevoli nozioni di geometria, dopo una breve carriera politica, decide di dedicarsi ad altro. Entrò in seguito a far parte della Loggia Massonica P1 (antica antenata della P2), meglio conosciuta come "Setta dei sette sapienti". A lui dobbiamo la suddivisione dell'anno in 365 giorni e la scoperta delle stagioni (non che le abbia inventate lui, intendiamoci). Alcuni testimoni (Callimaco) affermano anche, che fu lui il primo a scoprire l'Orsa Minore, a fissare i solstizi d'inverno e a tracciare il triangolo rettangolo in un circolo (sulla sabbia mentre era al mare con degli amici in un momento di noia). Il teorico del calcolo Apollodoro però, assegna la scoperta geometrica a Pitagora, il quale tuttavia, riferiscono alcuni amici, era solito attribuirsi meriti che non gli appartenevano. 

Dure critiche sono state rivolte a Talete, da gruppi di animalisti, per aver sacrificato un bue in onore del dio Apollo. Talete si è giustificato, affermando che all'epoca dei fatti, faceva spesso uso di alcolici. Muore vecchio e stanco nel 547 a.C, durante l'Olimpiade numero LVIII. Fonti ufficiose riferiscono che morì di infarto assistendo alla sconfitta del corridore sul quale aveva scommesso una cifra ragguardevole.